Le prime attività dell’Associazione Monte Tabor si rivolgono agli anziani. Nella presentazione delle prime realizzazioni, nel lontano 1958 veniva scritto sui giornali dell’epoca:
“Tutto è possibile a chi crede” è scritto sulla porta di un grande palazzo , uno dei molti che spuntano nel nuovo quartiere Comina. …Vi si arriva da Piazzale Appennini, attraverso aiuole magnificamente alberate; proprio al centro del piazzale principale dove è in ultimazione un grande complesso di negozi moderni, è il palazzo che porta la denominazione Casa-Albergo del centro Assistenza Ospitaliera S. Romanello. E’ un ospizio per anziani, ma non ha nulla delle caratteristiche tradizionali salvo quella dei suoi ospiti che sono veramente anziani. Vi abbiamo trovato una arzilla coppia: lei di 80, lui di 84 anni.
“Tutto è possibile a chi crede” è scritto e ci viene spiegato. […] Questa è la realizzazione di un sacerdote, don Luigi Verzè, fondatore del Centro di Assistenza Ospitaliera S. Romanello.
Secondo l’idea di questo sacerdote, l’assistenza ai vecchi e agli ammalati, per essere cristiana oggi, deve coraggiosamente abbandonare le forme medioevali. Nelle Case-Albergo vengono infatti ospitati anziani preferibilmente del ceto medio. Nessun limite viene posto alla loro libertà. Il servizio di tavola con menù giornaliero viene eseguito tanto nel ristorante come nelle camere.
Una vasta ed attrezzata sala di soggiorno accoglie i vecchi con perfetto loro agio. Tutt’intorno i giardini e l’ambiente di vita civile a contatto diretto. Nessuna porta è chiusa con l’esterno. Nelle camere spaziose e piene di luce gli anziani possono portare i loro ricordi più cari e magari tutta la loro casa. Infatti la Casa-Albergo ha posti in camere singole di varie dimensioni, camere a due letti, oppure appartamentini di tre locali e servizi. Il Centro li accoglie sani, ma non li dimette se si ammalano nella casa e provvede con propri medici e personale infermieristico alle malattie di comune entità. Ma quello che riempie quanti entrano in quest’opera di avanguardia è l’aria di serena libertà. Non vi sono suore, almeno vestite come tali, ma personale laico che traduce la propria vocazione in termini di pazienza, di serenità, di sacrificio e di generosa dedizione. […] Don Verzè ci fa cenni di future realizzazioni che ci sbalordiscono.Ce ne andiamo entusiasti, passando sotto le parole “Tutto è possibile a chi crede”.
Il Cardinal Montini, arcivescovo di Milano, benedice l’apertura della prima Casa di riposo dell’associazione “Centro di Assistenza Ospedaliera S. Romanello”, chiamata Casa S. Giuseppe in Via Giovanni della Casa n. 1 a Milano e sorta per iniziativa del Sac. Prof. Don. Luigi Verzè, Suo Fondatore e Presidente. Vuole essere una proposta innovativa nel campo dell’assistenza alla Persona Anziana in quanto veniva data la possibilità ai coniugi e/o fratelli di vivere nella stessa camera sovvertendo la modalità in uso che prevedeva la loro separazione in piani maschili e femminili. Inoltre veniva favorito ogni sforzo che potesse riprodurre l’habitat familiare attraverso il mobilio personalizzato in camera o l’arredamento di veri e propri appartamentini. Nel corso degli anni questo stile di “vita-assistenza” si è sempre mantenuto vivo e trainante. Altra scelta importante è stata quella di ubicare la struttura nel cuore del quartiere.
Sempre per iniziativa del Sac. Prof. Don Luigi Verzè viene aperta una nuova struttura per Anziani in Via delle Ande 11 a Milano nel quartiere Comina da cui la struttura prende il nome. Inizialmente la tipologia degli utenti era costituita da persone autosufficienti di medio ceto e la disponibilità era di 120 posti letto. Gradualmente si è trasformata in struttura di assistenza anche per Ospiti non autosufficienti parziali e totali (NAP e NAT).
La struttura si convenziona con il Comune di Milano, convenzione tuttora in atto per il 50% dei suoi assistiti.
I 50 ospiti residenti nella Casa S. Giuseppe di via Giovanni della Casa, vengono accolti nella nuova Casa di Riposo “Comina” di via delle Ande dove le camere singole più spaziose sono trasformate a 2 letti con il conseguente aumento della capacità recettiva che si attesta sui 160 posti letto.
La struttura, operante fino ad allora in regime di affitto, viene acquistata dall’Associazione. Da allora, ogni anno, vengono messi in atto interventi di ristrutturazione finalizzati non solo all’adeguamento alle normative vigenti ma anche a rendere l’habitat sempre più accogliente e dignitoso.
L’Associazione Centro di Assistenza Ospedaliera S. Romanello, fedele alla Sua missione di permeare ogni attività e sviluppo con lo spirito originario di trasfigurazione della sofferenza e della medicina, assume il nome di Associazione Monte Tabor, suo luogo veronese di nascita e richiamo dell’omonimo colle palestinese sul quale il Signore Gesù operò la trasfigurazione del proprio corpo umano nella luminosità dei valori teo-antropologici.
Per volere del Fondatore e Presidente Sac. Prof. Don Luigi Verzè la Casa Comina cambia il suo nome in CASA SAN GIUSEPPE. Ciò a testimonianza dell’affidamento dell’Opera Monte Tabor alla protezione di San Giuseppe fin dal suo nascere.
La struttura ottiene l’autorizzazione permanente al funzionamento con provvedimento n. R.G. 2129/99 per un totale di 160 Ospiti ( 50 NAT e 110 NAP).
La Giunta Regionale con provvedimento n. 3930 del 23/03/01 dispone l’accreditamento della struttura per tutti i 160 posti letto.
Decremento numero posti letto a contratto con A.S.L. Città di Milano: da 160 a 132 posti letti (delibera n. 378 del 06/02/2007).
La struttura ottiene l’autorizzazione definitiva al funzionamento per 120 p.l. (determina n. 1040 del 11/12/2008).
Con DGR n. 10676 del 02/12/2009 la struttura ottiene l’Accreditamento Regionale per 120 posti letto.